Drei Donà Tenuta La Palazza

LA VISIONE

Voglio liberare la forza della nostra terra e
interpretarla al meglio. Perché dia vita ad un vino
assoluto, un vino inequivocabile, un vino unico

Claudio Drei Donà

Vini

Nei primi anni ’80 il Conte Claudio Drei Donà, appassionato di vini, decise di lasciare la carriera forense e dedicarsi al mondo del vino a tempo pieno. Si premurò di staccare l’insegna dal suo studio e apporla sulla porta della cantina della Tenuta: ‘Avv. Claudio Drei Donà’. Con questo semplice gesto aveva già dichiarato il suo stile: autodidatta, visionario, determinato e sognatore.

Negli anni a seguire avrebbe creato un’azienda vinicola fuori dagli schemi, con una forte personalità e un’eleganza inconfondibile, difficile da replicare e ammirata nel mondo.

Al suo arrivo, la tenuta produceva uva Sangiovese in parte destinata alla vendita sfusa a terzi ed in parte vinificata e venduta in bottiglia. Iniziò dai primi anni ’80 il reimpianto di nuovi vigneti per poi iniziarne la vinificazione nella rinnovata cantina.

Claudio, veneto di origine e romagnolo di adozione, aveva una visione chiara: produrre in Romagna dei grandi vini di respiro internazionale.
A questo scopo decise di impiantare due tra i più famosi vitigni internazionali al mondo: lo Chardonnay con il quale produsse poi il famoso Il Tornese e il Cabernet Sauvignon – all’epoca ancora non consentito in Romagna – da cui nacque il Magnificat.
Il successo non tardò ad arrivare, già nel 1997  il Magnificat 1993 con 96/100 conquistò il 6°posto dei top100 vini al mondo per Wine Enthusiast.
Nel 1998 invece, il Tornese 1995 venne insignito dei tre bicchieri e dichiarato miglior vino bianco d’Italia per il Gambero Rosso.
Eclettico, curioso per natura, Claudio era amichevolmente soprannominato “il giardiniere di Versailles” per l’estrema precisione con cui curava le sue vigne. Lo si poteva incontrare tra i filari vestito con una delle sue giacche di tweed e cravatta o mentre lavorava in cantina sulle note dei Notturni di Chopin.
Oltre alle ambizioni internazionali, Claudio nutriva un profondo amore per la sua terra di adozione, la Romagna.
Il sangiovese di Romagna non godeva di particolare stima, né in Italia né all’estero, l’ambizione di Claudio era di creare vini d’eccellenza con uve 100% Sangiovese.
Il Vigna del Pruno e il Notturno, nati da questa visone, si sono oggi affermati come vini iconici del Sangiovese di Predappio, in Romagna.
Un’azienda che ha attraversato al meglio i cambi generazionali sapendo costruire sul passato.
Claudio allora, Ida ed Enrico oggi, hanno sempre immaginato qualcosa che non esisteva ancora. Non hanno mai prodotto semplici vini da tavola, ma hanno sempre aspirato a creare qualcosa di straordinario per valorizzare il prezioso territorio che hanno ereditato.
Come una barca a vela che si spinge nella vastità degli oceani per arrivare dove nessuno è mai arrivato, così i Drei Donà conducono la loro azienda.

Un delicato equilibrio tra metodi antichi e idee d’avanguardia.

LA FILOSOFIA PRODUTTIVA

Quando Claudio iniziò, nei primi anni ’80, la grande scuola dei vini era principalmente francese e in Italia i più rinomati produttori avevano appena iniziato a proporre una nuova generazione di grandi vini.

Da allora, l’azienda segue una filosofia ispirata al modello di uno chateau Bordolese che prevede l’assoluto rispetto del frutto, per esaltare l’anima di un terreno e portarne in vita l’essenza.

Per tutti i vini si segue un preciso metodo, un rigore estremo prima, durante e dopo la vendemmia sempre nel rispetto dei ritmi e dei cicli della natura. La vendemmia è fatta a mano, in piccole cassette, selezionando le uve migliori.

Il meticoloso lavoro in cantina, anch’esso fatto a mano, vinificando separatamente vigneto per vigneto, con lunghe macerazioni, lieviti indigeni, sedimentazioni naturali del vino con travasi dall’alto, prosegue poi con i lenti affinamenti in legno ed in anfore di terracotta.

Il Predappio DOC “Notturno” matura in grandi botti di legno, mentre i vini Riserva “Vigna del Pruno”, “Magnificat” e “Graf Noir” maturano in barriques francesi ed in anfore di terracotta.

Con l’introduzione di “Note di Cantina” abbiamo iniziato a racchiudere, in una sorta di diario, tutte quelle sensazioni ed emozioni che di volta in volta abbiamo avuto in cantina.
Una barrique o un’anfora che ci ha particolarmente colpiti, un esperimento ben riuscito che abbiamo ritenuto di voler mettere in bottiglia per tenerne memoria.
“Note di Cantina” è il nostro diario personale.
La biodiversità è un patrimonio che custodiamo con cura da sempre.
Già nel 1987 Claudio Drei Donà fondò, all’interno di Confagricoltura Forlì, l’associazione per lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile Agricoltura Viva.
Nel 1992 iniziò la conduzione dei vigneti secondo i dettami della lotta integrata, una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti, tra cui l’abbandono di ogni diserbo chimico.
Nel 2015 è partita la conversione biologica di tutti i vigneti aziendali che si è conclusa con la certificazione, e nel 2020 è iniziata la conversione agricola biodinamica.
Nella Tenuta si utilizza il 100% di energia solare.

Il Sangiovese sta all’Italia come il Cabernet sta alla Francia: sono vini che esprimono un’identità viticola e vinicola di un Paese.

Giacomo Tachis, enologo

IL SANGIOVESE

Il Sangiovese è il re incontrastato dei vini rossi del centro Italia, presente in ogni zona con diverse varietà, traduce magnificamente le varie espressioni territoriali.

Si ritiene che questa celebre uva fosse già nota più di 2000 anni fa e che fosse utilizzata dagli Etruschi per la produzione di vino.

Il luogo d’origine del Sangiovese è identificato dagli ampelografi nella zona appenninica tra Toscana e Romagna dove ancora oggi rappresenta l’uva a bacca rossa più importante.

Il vitigno Sangiovese, noto per la variabilità e l’adattamento, presenta differenze, pur non profonde, anche all’interno della stessa provincia di Forlì, tra località non molto distanti fra loro come Predappio, Bertinoro, Castrocaro e così via.

L’area produttiva della Doc Predappio si sviluppa lungo le sponde destra e sinistra del fiume Rabbi. I terreni di origine Pliocenica a base calcareo-argillosa presentano nella parte nord un’importante presenza sabbiosa; man mano che si risale la vallata si manifestano intrusioni arenacee mentre al centro della valle del Rabbi affiora lo spungone. Nella zona di Predappio Alta si ritrovano invece marne gessose e zolfo.
Da Predappio, provengono molti dei cloni di Sangiovese oggi approvati, che per la loro qualità hanno trovato ampio spazio anche al di fuori della regione stessa.
Dal colore rosso rubino intenso fino al granato, dopo un lungo invecchiamento la sfumatura potrà assumere anche tonalità aranciate.
Gli aromi del Sangiovese sono prevalentemente orientati ai frutti rossi e neri tra cui spiccano ciliegia, amarena, mora e prugna; fino alla liquirizia, scorze d’arancia e mentolo nelle maturazioni più lunghe.
Fra gli aromi floreali la violetta è il più caratteristico, seguito dall’aroma di rosa.                   La combinazione che principalmente caratterizza il Sangiovese, nonostante sia condivisa anche da altre uve, è amarena e violetta.
Altri aromi di frutta che si possono percepire nel Sangiovese sono ribes, fragola, ciliegia, lampone e mirtillo.

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